lunedì 8 luglio 2013

L'arte della manutenzione di un tiragraffi...

Prologo: Un tiragraffi è un affare ingombrante, mediamente orrendo, che chiunque abbia un gatto che lo abbia addomesticato per bene si sente in dovere di acquistare.
Io celo. Due gatti che mi hanno addestrato perfettamente e un grosso tiragraffi.


Detto questo, normalmente quando uno di questi parco-giochi-casalingo per felini si rompe l'umano di casa se ben addomesticato, se ne disfa e si premura di acquistarne uno nuovo possibilmente prima di essersi disfatto di quello precedente.
Noi no. In casa Beat quando un tiragraffi si rompe, ci si adopera per ripararlo, anzi meglio, per "pimparlo".
Il che vuol dire che una sera di inizio luglio una designer e un ingegnere meccanico si improvvisano piccoli carpentieri. Seghetto creativo e trapano e "passami quel bullone lì" e "reggi quest'amachina" e "attento cade!"
Poi arriva il momento "controllo qualità" e accaldati affaticati e un po' in ansia si prova: stabilità, solidità, accessibilità...
Poi uno sguardo, occhi negli occhi a cercare nella mente il parere dell'altro, una muta valutazione dell'operato e un sorriso che si allarga sui visi..."Certo che siamo davvero un bel team."...pausa di silenzio...posso rispondere solo "Sì".
Improvvisamente capisco. Capisco perchè in casa Beat il tiragraffi rotto no, non si butta ma si ripara, anzi meglio, si "pimpa".
Perché nel riparare (un tiragraffi ma anche qualsiasialtracosa) si dà valore, ci si prende cura, si trasforma un punto di rottura in uno spiraglio di crescita.

Così in una sera di luglio nel riparare un tiragraffi ci si è misurati, avvicinati, calibrati. Quanti centimetri posso fare verso di te, quanti ne puoi fare tu verso di me...alla ricerca di quell'equilibrio di un Noi che non può esistere se non nella continua oscillazione tra Me e Te.
E c'è voluta fatica - ce ne vuole sempre - perché per far funzionare il tutto abbiamo dovuto tagliare via dei pezzi, e c'è voluta energia perché le cose non stanno su da sole ma vanno sorrette, e c'è voluto coraggio perché quando ti si rompe un pezzo e non hai ricambi devi inventarti qualcosa e rischiare una nuova soluzione.
Ma poi alla fine ha funzionato. Ed è stato bello, bello per davvero.
Bello sederci esausti e soddisfatti attorno al microtavolo nella microcasa e prepararci una cena ristoratrice brindando con del buon rosso nei calici di cristallo, perché sarà pur vero che in casa Beat è tutto micro ma non vuol dire che sia brutto o messo a casaccio, neanche un po'.

Bello goderci il pensiero di Noi come pezzi di un ingranaggio ben oliato, che lavorano insieme - ognuno con il suo ruolo e compito - per raggiungere un obiettivo comune.
Bello riuscire a ridere davanti agli intoppi, bello prenderci amorevolmente in giro per i reciproci momenti di "democrazia assoluta", bello accorgersi che basta uno sguardo per comunicare..."ti amo" ma anche "vaff***".

C'è tutto un mondo fuori tutto attorno, che quando un tiragraffi/un amore/una relazione/un discorso/un sorriso si inter/rompe, semplicemente lo butta/se ne disfa.
Noi no. In casa Beat quando qualcosa/qualunquecosa si inter/rompe, ci si adopera per ripararlo, anzi meglio, per "pimparlo".

"Il posto per migliorare il mondo è innanzitutto nel proprio cuore, nella propria testa e nelle proprie mani; è da qui che si può partire verso l'esterno. Altri possono parlare di come ampliare il destino dell'umanità. Io voglio soltanto parlare di come si aggiusta una motocicletta (o un tiragraffi o qualsiasialtracosa n.d.r.). Credo che quel che ho da dire io abbia un valore più duraturo." (Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta - R.M. Pirsig)

C'è qualcosa di più WOW di questo?!?
Io per il momento sono a posto così <3