domenica 15 aprile 2012

la corsa dei miracoli

Poco meno di 4 ore fa tagliavo a braccia alzate il traguardo della Milano City Marathon Relay, dopo aver regalato a tutti i fotografi degli ultimi 2 km le mie migliori linguacce rockettare...maccheccentra XD

8 km in 59' 29'', che vuol dire che ho corso ad una media di 1km in 7' 37'', 8 km orari.
Il keniano vincitore della maratona ha corso i 42,195 km in un 2 ore e 8 minuti.
Questo giusto per darvi un'idea.

Ma adesso ve li racconto io questi 8 km in un'ora, perchè dentro ci sta un sacco di roba.

C'è una sveglia stamattina alle 6 per andare alla partenza a caricare lo spirito e a veder partire la mia prima compagna di corsa, Lucrezia - Superlù che con un grande sorriso ha reso il mio inizio di giornata decisamente più soleggiato (almeno dentro di me).
Ci sono tante ore passate ad aspettare il mio turno per correre, sotto la pioggia, guardando gli atleti passare con lo sguardo alla ricerca del mio compagno Maurizio per il  passaggio del testimone, e la terza Rundagia Simona che mi da il cambio nell'attesa per risparmiarmi qualche minuto di acqua.
Ci sono saltelli e corse sul posto e stretching che il freddo ha congelato e contratto tutti i muscoli del corpo e devo farli scaldare in fretta mentre corro perchè siamo partiti tardi e voglio recuperare un po' di tempo, un po' di postazioni.
C'è un crampo forte, al secondo chilometro, che mi blocca tutto l'addominale destro e che per un secondo mi fa pensare che non ce la posso fare, che devo fermarmi...ma nelle cuffie arriva nitido il Liga (com'è finito nella mia playlist cambiata ieri ancora non lo so, ma adesso ha un senso)

"Con la rabbia ci si nasce
o ci si diventa
tu che sei un esperto non lo sai.
Perché quello che ti spacca
ti fa fuori dentro
forse parte proprio da chi sei.

Metti in circolo il tuo amore
come quando dici "perché no?"
Metti in circolo il tuo amore
come quando ammetti "non lo so"
come quando dici "peché no?"

E mi concentro sulle parole e respiro a fondo e mi dico che no, che non mollo cazzo, perchè è da settembre che mi alleno per questa corsa, che ho sudato faticato e voluto con tutta me stessa.
Il crampo può andare al diavolo, io non mi fermo...e deve avermi sentito perchè dopo 5-10 minuti di sofferenza è sparito.
C'è il momento magico dell'equilibrio, più o meno a metà gara, quando finalmente il respiro acquista il suo ritmo ed entrano in gioco le gambe...e allora gliel'ho detto: "ragazze adesso tocca a voi"...le ho battute forte con i palmi delle mani e gli ho chiesto di fare il loro dovere, di fare quello per cui sono nate: mettere un piede davanti all'altro, senza fermarsi.
E poi ci sono gli ultimi due chilometri...bellissimi, dove la pioggia ha cominciato a battere più forte e ho chiesto ai volontari del punto ristoro che invece dell'acqua mi offrissero un pò di sano tifo da stadio e gli sono corsa sotto al gazebo battendo forte le mani, non si sono fatti pregare e li ho lasciati sorridendo sotto lo scroscio mescolato dei loro applausi e della pioggia che sembrava volermi lavare via la fatica.
Ci sono mille fotografi che hanno scherzato con me con i loro obbiettivi, chiedendo un sorriso, un segno di vittoria, anche loro sotto la pioggia e al freddo da stamani.
Ci sono i vigili che mi guardano un po' preoccupati perchè corro l'ultimo chilometro sorridendo e cantando "run with us, run with us, run with us, you gotta run with us", ma loro che ne sanno di quanta energia c'è dentro a quella canzone ;-)
E infine un traguardo, che mai mi è apparso così bello, con dietro i signori pronti con acqua e frutta che "mangia tusa che te si stà brav" :-)

Oggi tante cose hanno preso un senso nella mia testa...alcune importanti, altre che diementicherò in fretta.

Certo non dimenticherò l'atleta africana che nello spogliatoio, proprio accanto a me, sistemava la sua protesi sotto il ginocchio per la corsa e guardandomi fare stretching con i suoi occhi neri e grandi mi ha sorriso toccandomi il cuore.
Non dimenticherò le parole si Sara, una giovane atleta che ha calmato la mia ansia da prestazione dicendomi "la corsa è bella per questo, ognuno può andare alla sua velocità, sei solo tu a decidere il tuo obiettivo e il tuo limite".
Ho imparato che non esiste disciplina più forte di quella che ti puoi imporre da solo.
Che c'è sempre un passo in più oltre a quello che credevi essere proprio l'ultimo in grado di fare.
Che la corsa in un certo senso è come una metafora della vita: tutti sanno mettere un passo dopo l'altro, ma se vuoi ottenere dei risultati, raggiungere un traguardo, metterti alla prova e soprattutto sentirti davvero soddisfatto di te, ci vuole fatica, costanza, autodisciplina, determinazione e tanta tanta passione.



2 commenti:

  1. bellissime parole....una telecronaca in differita di emozioni forti
    complimenti Yle

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  2. ecco e mi hai fatta emozionare.
    e pensare a quando correvo, ero più per la lentezza...ero all'inizio...
    e mi manca.
    perchè sei stata in grado, con le tue emozioni tradotte in parole, di farmi ritornare alle mie, di emozioni, nascoste nel fondo di me.

    un bacio ylenuccia

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